"E tu sei un dono per il tuo cavallo?" (A lezione da un capobranco)
- Alessia Giovannini
- 17 ott 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 18 ott 2024
Se un giorno sceglierete di passare delle ore con un branco domestico di cavalli liberi in cui c'è un capobranco (cosa più rara di quello che si creda) scoprirete un concetto di amore interdipendente, di gerarchia e di armonia che potrebbero stravolgere la vostra visione dei cavalli e la vostra idea di amore...
Ecco perché.

Per prima cosa, un branco di cavalli sereni appare sorprendentemente quieto, spesso al limite dell'immobilità, contrariamente alla nostra idea di galoppi in libertà: è infatti più il tempo che passano a conservare energie che a disperderle, per il semplice fatto che la conservazione di energia garantisce una maggiore resistenza in caso di fuga da un predatore (e il cavallo E' E RESTA una preda in natura, pure se ha genealogie domestiche da centinaia di anni).
IL CAPOBRANCO

Il capobranco è spesso e incredibilmente quello più quieto, ma di certo NON quello più distratto da cibo, gioco, sonnellino: la sua capacità di costante "attenzione consapevole" (mindfulness) a tutto ciò che lo circonda è in realtà uno dei suoi talenti che supera, per grandezza, quello di un cavallo ordinario: il capobranco (maschio o femmina che sia) ha una straordinaria (cioè fuori dall'ordinario) capacità di elaborare gli stimoli e di decidere se lo stimolo esterno che arriva è degno di nota e di fuga - e per cui dà un segnale di fuga a tutto il branco - o è uno stimolo innocuo e per il quale non c'è nessun bisogno di agitarsi e quindi, dopo un iniziale stato di allerta, abbassando la testa dà un segnale di rilassamento e tranquillità.
Questa sua capacità di elaborazione degli stimoli che GARANTISCE LA SOPRAVVIVENZA DI TUTTO IL BRANCO, UNITA ALLA CAPACITA’ DI EMANARE UN SENSO DI QUIETE E SICUREZZA, è ciò che lo rende così carismatico DA ESSERE SCELTO DAL BRANCO COME CAPO.
E qui siamo di fronte a un concetto TOTALMENTE OPPOSTO alla nostra idea di gerarchia, perché IL CAPOBRANCO VIENE SCELTO E NON SI IMPONE.
Il vero capobranco non usa trucchetti, non costringe e tantomeno muove il branco a destra e a manca: spesso quel cavallo (maschio o femmina che sia) che muove tutti a destra e a manca per prepotenza E CHE NOI PENSIAMO SIA IL CAPO è un “bullo” (come spiega molto bene Mark Rashid) che forse può avere due o tre “scagnozzi” al seguito, ma che di solito viene saggiamente evitato dagli altri, e tenuto lontano coscientemente dal capobranco.
Perché? Lo abbiamo già detto: fa sprecare energie inutili e non avere abbastanza energia in caso di fuga, per un cavallo significa morire...
Se osservate un capobranco per ore, scoprirete che i movimenti di spostamento che sembra imporre agli altri non sono mai capricci dell’ego: hanno tutti un preciso motivo, non fosse altro che quello di testare la propria capacità di influenza dal momento che da lui dipende la sopravvivenza di tutti (capacità di influenza che può perdere per malattia o eccessiva anzianità e che non solo non è MAI scontata, ma è soggetta a ricambio in caso di minore forza o autorevolezza o perdita di competenze).

E’ quasi sempre circondato/a da molti cavalli: dai suoi "fidati" in primis (i capobranco hanno almeno uno o due bracci destri altrettanto autorevoli e a cui spesso affida compiti) e non di rado è scelto da cavalli ultimi in gerarchia, dal momento che stando vicino a lui/lei ci sono meno possibilità di essere molestati dagli altri e si può sonnecchiare più tranquillamente perché il segnale di pericolo arriva immediato: ACCANTO A UN CAPOBRANCO CI SI SENTE PROTETTI E AL SICURO SEMPRE.
Al contrario di quello che crediamo, IL VERO CAPOBRANCO NON VUOLE ESSERE RICONOSCIUTO COME LEADER E NON GLI INTERESSA: IL SUO INTENTO PROFONDO è IL BENESSERE DI TUTTI, NON IL PROPRIO EGO, e quell’intento viene esercitato con un dispendio di energie di ATTENZIONE E RESPONSABILITA’ COSTANTI, che noi neanche immaginiamo…
Di solito, il capobranco lo riconoscete anche a distanza perché NON VI STACCHERA' MAI GLI OCCHI DI DOSSO, pure se apparentemente sta brucando...
Studierà, in maniera pacata, ogni vostra mossa per capire DI CHE COSA SIETE PORTATORI CON LA VOSTRA SOLA PRESENZA.
Al capobranco non interessa sapere chi siete nella vostra vita (miliardari o senzatetto, intelligenti o ottusi): gli interessa sapere se quello di cui siete portatori con la vostra energia (linguaggio del corpo e microsegnali emozionali) contribuirà ALL’ARMONIA GENERALE o la disturberà.
IL LINGUAGGIO EMOZIONALE E LE NOSTRE EMOZIONI
Dal momento che i cavalli utilizzano il linguaggio emozionale per comunicare tra di loro e sono in grado di contagiarsi (se si spaventa uno si spaventano tutti e se il capobranco dice di rilassarsi si rilassano tutti) e dal momento che NOI PER PRIMI SIAMO PORTATORI DI INFORMAZIONI EMOZIONALI, la nostra presenza verrà vagliata attentamente.

A questo proposito è interessante sapere che la neuroscienza ci dice che una persona ansiosa (l’ansia è figlia della paura…) o arrabbiata o che stia in uno stato di urgenza (ah la fretta!) o che stia tentando di nascondere le proprie emozioni o che SIA IN UNO STATO DI RICHIESTA ha una pressione sanguigna più alta; un respiro più corto; il battito cardiaco più accelerato rispetto a una persona consapevole delle proprie emozioni o che sia tranquilla e in pace. Cioè il suo linguaggio del corpo è pieno di indizi molto simili a quelli che si attivano in caso di pericolo... In più, aggiunge la neuroscienza, NOI SIAMO EMOTIVAMENTE CONTAGIOSI E CONTAGIATI, in virtù dei neuroni specchio che possediamo (se avete dubbi in proposito provate a stare 5 minuti con una persona ansiosa senza potervi muovere per allontanarvi…): ebbene, siamo contagiosi ANCHE per i cavalli…
FARE O NON FARE EGUALI SONO...
Non c’è bisogno di FARE per essere riconosciuti da un cavallo: basta presentarsi al suo cospetto.

Soprattutto se di fronte abbiamo un cavallo che vive in branco e libero e che quindi NON E’ INFICIATO DA CONDIZIONAMENTI e mantiene intatto (o ha recuperato) il suo naturale sistema di filtraggio emozionale (chiamiamolo pure “sistema di sopravvivenza”).
Per un capobranco (ma non solo) SENTIRE di che cosa siamo portatori è VITALE perché una presenza disturbante umana CAUSERA' MOVIMENTI INUTILI e quindi dispersione di energia cosa che non solo va nella direzione contraria alla conservazione di energia finalizzata a un’eventuale fuga, ma è L’OPPOSTO DI UN LEADER EQUINO: saremo contagiosi, ma negativamente…
Se avrete la possibilità di passare ore con un branco domestico sereno E DUNQUE CON CAVALLI CHE SONO LIBERI DI AVVICINARSI O MENO, scoprirete che
IL VOSTRO LIVELLO DI AUTOCONSAPEVOLEZZA EMOTIVA
LA CAPACITA’ DI GESTIRE LE VOSTRE EMOZIONI DISTURBANTI PER ACQUIETARLE
LA CAPACITA’ DI POSSEDERE UNO STATO DI QUIETE INTERIORE
LA VOSTRA CAPACITA’ DI MINDFULNESS (attenzione consapevole a tutto ciò che accade intorno senza farvi distrarre dai vostri stessi pensieri)
LA CAPACITA’ DI STARE IN MEZZO A LORO SENZA VOLERE NULLA (e senza carotine nelle tasche...)
LA CAPACITA’ DI MANTENERE UN INTENTO DI ARMONIA CHE VIENE EMANATO DALLA VOSTRA SOLA PRESENZA (e senza carotine in tasca...)
vi renderanno incredibilmente attraenti e i cavalli verranno a conoscervi spontaneamente.
VERRETE SCELTI PERCHE’ SIETE UN DONO PER TUTTI, PER VOI STESSI E PER GLI ALTRI, ESATTAMENTE COME LO è UN CAPOBRANCO.
In alternativa, ovviamente, possiamo sempre costringerli CON CONDIZIONAMENTI PRECISI a venire da noi, condizionamenti che non presuppongono nessun lavoro su noi stessi.
Ma questa è tutta un’altra storia, quella che (quasi) tutti ci insegnano perché garantisce risultati sicuri senza doverci chiedere se SIAMO DAVVERO (O NO) UN AUTENTICO DONO PER LORO.
Tuttavia, il lavoro su noi stessi non è soltanto un dono che facciamo a loro, ma un dono che facciamo a noi stessi e al mondo perché significa soprattutto scegliere di diventare esseri umani migliori CON i nostri cavalli e al di là di loro, ovunque andiamo.
E tu che cosa scegli di essere?
© Testo: Alessia Giovannini
© Photo: Maggie Livia Mo'
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Nel video qui sotto, il mio incontro con un branco di cavalli sconosciuti...
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