Una prospettiva insolita - tra fenomenologia e scienza alternativa - che svela come i cavalli possano diventare guide e Maestri nella pratica spirituale quotidiana di chi cerca di creare intorno a sé amore e armonia.
Esordire con un titolo così “complesso” – e allo stesso tempo foriero di infinite interpretazioni (soprattutto quando si parla di spiritualità e di amore) - implica la necessità immediata di spiegare che cosa si intenderà qui per “pratica spirituale” e “amore” (del "campo in-formato" parlerò più sotto).
La pratica spirituale è qualunque pratica intesa come:
"SCELTA ESISTENZIALE CHE PORTA ALLA LUCE E MANIFESTA CONSAPEVOLMENTE e COSTANTEMENTE UN MOVIMENTO ESISTENZIALE e UNA PRESENZA COLMI DI AMORE"
(che questa manifestazione consapevole sia verso un fiore, un animale, un altro essere umano e implichi (o meno) un credo religioso e regole specifiche da seguire è irrilevante).
Ora, poiché è soprattutto nel nome improprio dell’amore che si perpetrano e si sono perpetrati gli abusi più ignominiosi, è importante offrire subito anche una definizione che ci permetta di capire a che cosa ci stiamo riferendo quando scriviamo la parola AMORE. In questo contesto:
L’AMORE è una forza positiva e luminosa che SI MANIFESTA DANDO VITA A UNA REALTA’ INFUSA DI BENE E DI ARMONIA e che ha la capacità naturale e potentissima di influenzare positivamente chi ne viene a contatto.
CHI è vivificato dalla forza dell’amore CREA ARMONIA E PRODUCE BENE DENTRO E FUORI DI SE’.
La pratica spirituale e la creazione di un "campo" risonante d'amore
Quando si parla di pratica spirituale o di “cammino spirituale” ci si riferisce quindi a chi CONSAPEVOLMENTE vive la propria esistenza con l’INTENTO DI CREARE - anche soltanto con la presenza - “UNO SPAZIO” pieno DI AMORE (e dunque di bene e armonia) così che chiunque si trovi ad entrarvi in contatto possa PERCEPIRE una sensazione benefica e positiva.
Questo “spazio” è quello che gli scienziati chiamano “campo di informazione soggiacente” (o “campo in-formato”) e che porta con sé “il principio di risonanza”.
Così spiega Ervin Laszlo (fondatore della “teoria dei sistemi” e per due volte candidato al Nobel per la Pace) “il campo in-formato” e il conseguente “principio di risonanza” :
“In fisica, il principio di relatività ci dice che tutto quello che chiamiamo realtà è mediato da relazioni. Tutta la Natura è pervasa da tali relazioni e lo stesso è per la nostra esperienza umana.
Ora dobbiamo capire che ogni singola realtà manifesta (inclusi noi stessi) è, a livello invisibile, piena di una rete di “informazioni” a forma di onda che si intrecciano tra di loro e che “risuonando” si influenzano vicendevolmente dando vita a un “campo” energetico plasmato sulla qualità o tenore delle informazioni che lo costituiscono e che per questo viene definito "campo in-formato".
La risonanza, chiamata anche “vibrazione simpatetica”, ha luogo quando qualcosa è accordato (e quindi coerente e compatibile) con qualcos’altro, il che consente alle loro energie di combinarsi.
A livello fisico, emozionale e mentale, anche noi esseri umani siamo entità risonanti: viviamo in costante comunicazione con gli altri e con il nostro ambiente, di cui siamo per lo più inconsapevoli. Influenziamo e allo stesso tempo veniamo influenzati dal tenore di ciò che ci circonda. Assorbiamo la qualità risonante di tutto ciò che è intorno a noi e il nostro stato interiore emozionale e mentale si irradia oltre noi. Quando risuoniamo con la paura, il nostro corpo fisico si ritira e si rinchiude e lo stesso fanno le nostre emozioni. Ma quando risuoniamo con l’amore, il nostro corpo riluce e le nostre emozioni sono più espanse. I sentimenti di frequenza elevata, come l’espressione dell’amore, della gioia e della speranza, ci ispirano e ci infondono energia; le frequenze più basse, come quelle della paura, della rabbia o della disperazione croniche, ci esauriscono.
Il principio di risonanza – e dunque quello del “campo in-formato” - richiede che, in quanto esseri umani, ci assumiamo la responsabilità della qualità delle “informazioni” di cui siamo portatori perché è attraverso queste ultime che, volenti o nolenti, diventeremo CO-CREATORI DEL CAMPO di INFLUENZA che offriremo agli altri con la nostra sola presenza”.
Umani e cavalli: uniti in un unico spazio del cuore
Ecco dunque come si uniformano la pratica spirituale e l’amore: chi fa pratica spirituale fondamentalmente è impegnato in un costante lavoro interiore - per armonizzare in primis dentro di sé conflitti carichi di ombra e oscurità e disattivare emozioni negative - al fine di creare bene e armonia (e dunque amore) ovunque vada.
In poche parole: chi fa pratica spirituale ha come intento consapevole la creazione di uno “campo (informato) d’amore” che è il risultato della propria interiorità (nessuno può dare ciò che non possiede).
Ma che cosa c’entrano i cavalli in tutto questo? E come e perché possono diventare maestri e compagni di viaggio nella nostra pratica spirituale?
La risposta a questa domanda può venire da una scoperta fatta diversi anni fa dalla Dott.ssa Ellen Gehrke…
Nel 2006, la Dott.ssa Ellen Gehrke condusse uno studio sui cavalli in collaborazione con l’Istituto Scientifico di Matematica del Cuore (Heart Math Institute www.heartmath.org ).
Lo studio dimostrò che il cuore umano e quello del cavallo si sintonizzavano su uno stesso ritmo armonico di “frequenza di variabilità cardiaca” nell’attimo in cui si utilizzava con i cavalli la tecnica detta del “Heart Lock in” ovvero una respirazione profonda in cui contemporaneamente venivano inviati pensieri e sentimenti d’amore verso il cavallo.
Gli studi mostravano che – tra l’umano e il cavallo - avveniva un fenomeno particolare e che in fisica viene definito “trascinamento”: si tratta di quel
“processo attraverso il quale due corpi oscillanti e connessi, aventi la stessa periodicità, entrano in sincronia”.
La dott.ssa Gehrke dimostrò che, utilizzando la tecnica dell’ “Heart lock-in”, il cuore umano E quello del cavallo riportavano lo stesso grado di “coerenza” armonica cardiaca.
L’Istituto di Matematica del Cuore aveva già dimostrato che due cuori umani sono in grado di produrre l’effetto del “trascinamento” armonico - attraverso il reciproco campo elettromagnetico - quando entrambi si trovano in uno stato di “coerenza” cardiaca.
Il punto è che lo stato di “coerenza” cardiaca si verifica in un essere umano UNICAMENTE quando ci si immerge completamente in pensieri di amore e gratitudine: in ogni altro stato emotivo umano non è possibile ottenere alcuna coerenza cardiaca.
“In questo stato di coerenza” spiega l’Institute of Heart Math “c’è un miglioramento dell’attività parasimpatica, un miglioramento della sincronizzazione cuore-cervello e una sintonizzazione di diversi sistemi fisiologici. In questo stato l’apparato corporeo funziona con un alto livello di efficienza ed armonia e i processi rigenerativi vengono facilitati”.
Ma la Dott.ssa Gehrke andò oltre e dimostrò non solo che due o più cavalli che stanno insieme formano un legame particolarmente profondo e vivono in uno stato costante di “coerenza” (armonia) e di “trascinamento” (risonanza), cioè di profonda intimità amorevole, ma che un umano che faccia pratica consapevole di uno stato di amorevolezza riesce - in virtù del fenomeno fisico del "trascinamento" - a fluire nella stessa armonia e ad avere con il cavallo un unico battito del cuore…
Cavalli, Maestri d'Amore
Nella mia esperienza ormai decennale, ho visto centinaia di persone piangere accanto ai cavalli DOPO aver fatto pratica della “Meditazione del cuore” (Heart-Lock-In) o di esercizi di consapevolezza tesi ad “armonizzare” il proprio stato emotivo prima di interagire con i cavalli.
Non ho alcuna esitazione nel dire che sono lacrime d’amore che escono per effetto di risonanza: il nostro essere “armonizzato” nell’amore attraverso una pratica di consapevolezza focalizzata si aggancia al campo naturale (e gigantesco!) d’amore dei cavalli e manifesta la propria indescrivibile esperienza sotto forma di pianto.
Chi ha tentato di descrivere questo pianto lo definisce come un “pianto che scioglie il dolore”; un “pianto pieno d’amore” e da cui l'amore trabocca...
Io ne sono certa perché ne ho fatto esperienza centinaia di volte: in presenza di cavalli SERENI, entriamo davvero in un "campo pieno d'amore" capace di agganciare il nostro cuore facendolo aprire e traboccare, soprattutto se è chiuso e dormiente da tanto...
In più, ormai e senza ombra di dubbio, credo profondamente che quando ci avviciniamo ai cavalli, entriamo in contatto con dei Maestri d'Amore che ci invitano a rispondere a un'unica domanda: "Quanto amore possiedi dentro di te e quanto amore porti nella tua vita al di là di me"?
Come scrive Leif Hallberg in “Walking the way of the horse” – Exploring the power of the horse-human relationship" credo anch'io che...
“Se imparassimo a gestire i nostri pensieri e a sperimentare uno stato di “d’amore” quando siamo con i nostri cavalli, potremmo sperimentare una maggiore apertura verso la connessione profonda, se non addirittura la totale sintonia, con un altro essere umano.
Potremmo fare pratica nel contesto dei nostri cavalli e poi, lentamente, portare queste lezioni nelle nostre relazioni umane ed essere portatori d’amore.
In questo senso interagire con i cavalli potrebbe avere un profondo impatto sulla nostra capacità di sperimentare l’intimità e potrebbe combattere quell’ “epidemia di solitudine” e di dolore che affligge sempre di più il nostro mondo”.
In parole ancora più semplici: potremmo alleviare la sofferenza altrui semplicemente con la nostra presenza amorevole.
È per questo che - dal mio punto di vista - i cavalli sereni e in branco, grazie al loro potente campo “informato d’amore” sono maestri e compagni di pratica spirituale (cioè di pratica costante d’amore): perché potenziano il nostro campo individuale con più amore di quanto non possediamo già e rendono più potente il nostro campo d'azione.
E chissà che poi in silenzio non ci chiedano di portare nel mondo al posto loro (loro che sono prigionieri dei nostri amori e non possono andare da nessuna parte.....) l’amore che ci regalano ad ogni istante.
E se fossimo noi a dover apprendere la loro lezione d'amore per portarla con noi ovunque andiamo al punto che la nostra pratica spirituale fosse la vita di ogni giorno?
E se la risposta fosse affermativa, la domanda che sorge spontanea è: ne saremo mai capaci?
© Alessia Giovannini
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