Racconto vincitore del Premio "Dog Film Festival Writers Awards" (2021)
Una cagnetta accetta di venire sulla Terra per salvare un'umana dalla sua gabbia di solitudine
di Alessia Giovannini
Io me lo ricordo poco il giorno in cui mi hanno chiesto di scendere “giù”, ma me lo ricordo.
C’erano tante fiammelle quel giorno, mi pareva di vederle sorridere, dicevano: “Gli umani stanno perdendo l’amore, c’è bisogno di aiuto per ritrovarlo… Tu avresti piacere di aiutarli?”.
Io mi ricordo che muovevo la coda, tutto mi fa muovere la coda se c’è qualcuno che sorride mentre me lo racconta, qualcuno diceva: “Però se dici sì dovrai stare in una gabbia all’inizio e sarà difficile. Farà freddo e gelo e… be’, non c’è nessuna garanzia… ma se lei riaccenderà il cuore che ha smarrito, ti verrà a prendere e …” e allora mi ricordo che ho visto campi di verde e giochi di gomma e ho sentito l’odore e il sapore della pappa buonissima e mi pare pure che ho sentito il tepore di una coperta e di carezze grandi e anche di quelle piccole, mi pareva che tutto fosse bello e allora muovevo tanto la coda…
Poi c’è stata una fiammella più luminosa della altre, mi ha detto: “Potresti soffrire piccola mia e non trovare mai una via d’uscita, potresti morire in quella gabbia, di quel freddo, di quel gelo, però… noi saremo qui ad accoglierti allora e saremo noi a farti tornare a correre e a giocare e ti ripagheremo di tutta la sofferenza anche se non abbiamo potuto fare niente per risparmiartela…”.
E poi la fiammella più grande delle altre ha creato come un piccolo schermo e mi ha fatto vedere il volto di una ragazza, così malinconico così solo, guardava la tv accoccolata sul divano, mi pareva che piangesse, la fiammella ha detto: “È lei. Se lei si risveglierà all’amore verrà a prenderti, se no, lei resterà lì da sola su quel divano e tu resterai in quella gabbia e non sarà servito a niente, ma se lei si risvegliasse sarebbe una vita meravigliosa”, e nello schermo ci ho visto che stavamo abbracciate e io che le leccavo la faccia e poi correvamo in riva al mare ché io mozzicavo di felicità le onde e gli abbaiavo che tanto prima o poi le avrei acchiappate e lei rideva tantissimissimo ed era felice più di me e poi lei che mi teneva sotto le coperte di notte e io che la guardavo dormire e sognare e poi lei che apriva la porta e io che saltavo per abbracciarla e noi che ci rotolavamo per terra e lei che sorrideva e mi prendeva per mano e mi portava a un parco dove c’erano altri quattrozampe come me e io che saltavo e giocavo con loro e poi zompettavo nella neve e nelle pozzanghere e lei rideva così tanto ed era così tanto felice che io ho detto: “sì sì, io ci voglio andare giù a salvarla, che devo fare e come faccio a chiamarla, io la voglio svegliare la voglio liberare la voglio tirare fuori dalla gabbia, che devo fare?” ho chiesto con la coda che non la riuscivo a tenere tanto mi si agitava dalla felicità.
“Sei sicura, anima mia?” ha detto la fiammella.
“Sì sì”, ho risposto io. “Sicura sicurissima!” ho detto muovendo la coda a più non posso.
Allora la fiammella ha sorriso di più e mi ha fatto una carezza delicatissima e a me mi è venuto da chiudere gli occhi e poi quando li ho riaperti, stavo qui.
Ci sono le sbarre e c’è freddo così tanto che mi scuote le ossa e mi fa battere i denti ché io penso che ne morirò un giorno se continua così, tanto mi sembra che faccia male e freddo e solo una volta al giorno c’è una mano che mi dà da mangiare - ho tanta fame che lo stomaco si attorciglia - e una pompa gelata che mi getta addosso acqua ché io non lo so perché mi tira quell’acqua addosso che per asciugarmi io non ci riesco e il freddo è ancora più freddo ed è così freddo che mi pare che io sto qui da sempre, dall’inizio dei tempi, da quando sono nata e c’è tanto baccano che non riesco a dormire e pure io faccio baccano, tanto tantissimo baccano, soprattutto se c’è un’umana che passa perché potrebbe essere lei – io c’ho la sua faccia stampata nel cuore io me la ricordo bene la sua faccia triste che la riconoscerei tra mille - e penso che se faccio baccano pure io, lei mi sente e se mi sente si sveglia e mi riconosce e se si sveglia e mi riconosce un giorno mi verrà a prendere e io la porterò fuori dalla gabbia e noi, noi due, lei ed io saremo felici per sempre e lei non sarà mai più triste, mai più da sola e io sarò venuta qui “giù” che sarà servito a qualcosa, a salvare lei perché io l’ho deciso quel giorno che me lo ricordo poco, ma mi ricordo che l’ho giurato quel giorno alle fiammelle, ho detto: “sì io lo giuro, io giuro che vado “giù” e l’aspetterò ogni giorno e farò baccano e abbaierò forte sempre più forte finché si sveglierà e mi riconoscerà e io la tirerò fuori dalla sua solitudine. Lo giuro!”
E l’ho giurato tanto, tantissimo, con tutta la coda felice che ho e che non smette di agitarsi pure se fa freddo così freddissimo che certe volte mi si paralizza dal gelo, ma io allora la scuoto fortissimo ancora di più se mi si gela che non mi si deve paralizzare sennò come faccio a chiamarla come fa a riconoscermi, che io l'ho promesso che la porto via.
Così, ci metto tutta la forza che ho, pure se tremo e la scuoto la coda e abbaio fortissimissimo certe volte, soprattutto quando sento una voce di donna che magari può essere lei, perché io lo so: un giorno, noi ci riconosceremo – io so che pure lei ha la mia foto nel cuore, la fiammella mi ha detto che gliel’ha spedita lì perché possa riconoscermi e svegliarsi dal suo dolore - e ci apriremo le gabbie, io la sua, lei la mia e allora saremo felici, saremo felici per sempre dovessi aspettare una vita o anche più – gliel’ho giurato alla fiammella – anche di più di una vita intera. “Io la farò uscire dalla sua gabbia”, ho promesso. "E se non ci metterà troppo, l'aspetterò tutta la vita. O tutte le vite. Finché io non la libererò".
© Alessia Giovannini
Dedicato ai miei amati Casper & Natalina, cani di canile e maestri d'amore ora abitanti del mio cuore
A Esteban, cane di canile e a Sofia (salvata da famiglia maltrattante) che ora riempiono la mia vita d'amore
.... e a tutti i cani, passati presenti e futuri, venuti sulla Terra per salvarci.
Il racconto di un amore assoluto che solo gli animali riescono a dare e che pochi sanno comprendere. Mi hai fatto piangere.
Che meraviglia hai scritto.